Per dislipidemie si intende una qualsiasi condizione clinica nella quale sono presenti nel sangue elevate concentrazioni di lipidi, in particolare di colesterolo e/o di trigliceridi. Le cause delle dislipidemie possono essere dovute sia ad una componente genetica che a fattori di rischio secondari (stile di vita, insulino-resistenza, diabete di tipo 2, obesità etc) e se non trattate tempestivamente ed in modo opportuno, potrebbero causare malattie cardiovascolari e degenerative. Il trattamento di tali patologie può comprendere sia l’adozione di uno stile di vita sano, sia uno specifico piano alimentare, che una regolare attività fisica. È fondamentale modificare le proprie abitudini in modo da prevenire l’ipercolesterolemia ed ipertrigliceridemia o diminuire i livelli delle stesse. La naturopata Fabiola Savone, dopo un’attenta valutazione, elaborerà un piano alimentare specifico finalizzato alla diminuzione sia del colesterolo alto sia dei trigliceridi alti.
Cos’è l’ipercolesterolemia?
Il colesterolo è un alcool policiclico appartenente alla famiglia degli steroli ed è presente solamente nei tessuti animali. Nell’organismo umano, è un costituente degli acidi biliari (necessari alla digestione dei grassi) ed è un “ingrediente” fondamentale della membrana delle cellule nervose,
(circa il 23-25% del colesterolo totale si trova nelle cellule del cervello).
Il colesterolo è di fondamentale importanza per il corretto funzionamento del nostro organismo, in quanto è un precursore fondamentale per la sintesi della vitamina D e di numerosi ormoni, è un componente essenziale delle membrane cellulari (regolandone fluidità e permeabilità), oltre ad essere, come anticipato in precedenza, il costituente dei sali biliari.
Inoltre, è il maggior costituente delle placche ateromatose nell’aterosclerosi.
É naturalmente presente nel nostro corpo in quanto circa l’80% della quantità totale viene sintetizzato dal fegato, mentre il restante 20% viene introdotto attraverso l’alimentazione. Il colesterolo viene trasportato nel flusso sanguigno, all’interno di strutture molecolari chiamate “lipoproteine”, le quali vengono classificate in base alla loro densità. Esistono 5 principali gruppi di lipoproteine, ma le più importanti sono le lipoproteine a bassa densità o LDL e le lipoproteine ad alta densità o HDL.
Le lipoproteine ad alta densità o HDL, trasportano il colesterolo in eccesso dai tessuti periferici al fegato per il suo immagazzinamento o la sua escrezione attraverso la bile. Dal momento che, questo colesterolo viene rimosso dai tessuti periferici e non è causa di problemi circolatori viene definito anche “colesterolo buono”.
Le lipoproteine a bassa densità o LDL, si occupano di trasportare il colesterolo in eccesso dal fegato ai tessuti periferici con conseguente deposito dello stesso a livello delle arterie sotto forma di placche ateromasiche. Per questa ragione, viene spesso definito “colesterolo cattivo”.
Tra le due lipoproteine le LDL, chiamate in linguaggio comune “colesterolo cattivo”, se presenti in quantità eccessiva, tendono a depositarsi lungo le pareti dei vasi sanguigni, formando ispessimenti e placche, che ostacolano il corretto flusso del sangue e generando ischemie vascolari.
Inoltre, il colesterolo alto è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari. É dunque fondamentale ricorrere a delle azioni che consentano di mantenere il colesterolo entro dei limiti definiti normali.
Cos’è l’ipertrigliceridemia?
I trigliceridi sono lipidi (grassi) e sono i componenti principali dei grassi di riserva e di deposito delle cellule, sono i lipidi più rappresentati nell’organismo. Si trovano nel citosol come gocce microscopiche ma, a volte, occupano quasi tutto il volume cellulare degli adipociti (o cellule adipose), cellule specializzate del tessuto connettivo capaci di contenere grosse quantità di trigliceridi.
I trigliceridi sono molto più idonei del glicogeno (principale fonte di deposito e di riserva del glucosio negli animali) per la conservazione di energia e producono a parità di peso 2 volte più energia dei carboidrati, rappresentando la principale riserva energetica del nostro organismo.
I trigliceridi provengono soprattutto dalla dieta e solo in piccola parte vengono prodotti dall’organismo; una volta introdotti o sintetizzati, i trigliceridi possono essere usati come fonte di energia dalle cellule, soprattutto muscolari, o essere immagazzinati negli adipociti. Parte dei trigliceridi, inoltre, è presente nel sangue, racchiusa insieme al colesterolo all’interno delle varie lipoproteine, allo scopo di rifornire le cellule tissutali di questi lipidi. Possono trovare impiego come fonte di energia immediata o di riserva (accumulo negli adipociti). La loro sintesi aumenta in presenza di un eccesso di carboidrati nella dieta.
Infatti, nel momento, in cui vengono regolarmente assunte più calorie di quelle che si bruciano, spesso a causa di una dieta troppo ricca di carboidrati semplici (zuccheri) e/o squilibrata nell’assunzione di grassi e proteine, aumenta l’accumulo dei trigliceridi negli adipociti e si evidenzia una condizione di ipertrigliceridemia (eccesso di trigliceridi nel circolo sanguigno).
I valori ideali (a digiuno) sono inferiori a 150 mg/dl, mentre livelli di trigliceridi superiori a 200 mg/dl sono considerati elevati e potrebbero essere pericolosi per la salute.
L’ipertrigliceridemia facilita la comparsa di processi infiammatori a carico dei vasi arteriosi con conseguente sviluppo di ateromi a livello vascolare (aterosclerosi); inoltre in presenza di ipertrigliceridemia si ha una maggiore probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari come infarto del miocardio, ictus, trombosi, coronaropatie o pancreatite acuta.
Insieme ad altri lipidi, i trigliceridi possono favorire la formazione di depositi di grasso all’interno degli epatociti, determinando la steatosi del fegato.
Infine, i trigliceridi alti sono un indicatore diagnostico della cosiddetta sindrome metabolica.
La sindrome metabolica è quella condizione clinica, caratterizzata dalla contemporanea presenza di almeno tre dei seguenti fattori di rischio cardiovascolare:
- Ipertensione;
- Ipertrigliceridemia;
- Ipercolesterolemia (con riduzione delle HDL);
- Obesità addominale;
- Iperglicemia a digiuno.
Pertanto, come per il colesterolo alto, anche in questo caso, sarà necessario modificare il proprio stile di vita (aumentando anche l’attività fisica quotidiana) e le proprie abitudini alimentari in modo da diminuire sia il livello del colesterolo che dei trigliceridi nel sangue.
Dislipidemie: ecco come prevenirle e curarle con rimedi naturali
Come accennato prima, anomalie nei valori dei lipidi presenti nel sangue (colesterolo alto o trigliceridi alti) inducono patologie definite dislipidemie, che rappresentano uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare.
Pertanto, attività fisica, uno specifico piano alimentare e rimedi naturali come quelli forniti dalla fitoterapia rappresentano gli elementi chiave nella prevenzione e nella diminuzione sia della ipertrigliceridemia che dell’ipercolesterolemia. É fondamentale dunque, rivolgersi a professionisti che siano in grado di elaborare un piano terapeutico ottimale che consenta di combattere il colesterolo alto e i trigliceridi alti.
Ma vediamo nel dettaglio alcuni dei rimedi naturali specifici per ridurre i livelli di trigliceridi e di colesterolo nel sangue:
- Aglio induce una diminuzione della colesterolemia totale, dei trigliceridi e del colesterolo LDL, oltre ad avere un’azione antiaggregante piastrinica. Inoltre, ha anche un’azione ipotensiva, antibatterica ed è utile nella prevenzione dell’arteriosclerosi (ispessimento e perdita di elasticità delle arterie con diminuzione del flusso sanguigno nelle aree del corpo irrorate dall’arteria malata).
- Carciofo svolge un’azione coleretica (aumento della produzione di bile da parte del fegato), colecistocinetica (cioè stimola la colecisti a contrarsi), diuretica, drenante, ipocolesterolemizzante ed antidiabetica. Indicato per disturbi della digestione, steatosi epatica, epatopatie, ipercolesterolemia, iperuricemia, ritenzione idrica e cellulite, oltre che per un’azione di drenaggio epato-renale da attuare soprattutto in primavera.
- Tarassaco possiede proprietà colagoghe (stimola il flusso biliare svuotando la colecisti), eupeptiche e diuretiche. Indicato per ipercolesterolemia, epatosteatosi, tendenza alla ritenzione idrica, all’obesità e cellulite, oltre che per un’azione di drenaggio epato-renale da attuare soprattutto in primavera.
- Cardo Mariano possiede proprietà epatoprotettive con azione rigenerante dell’epatocita (cellula epatica), colagogo-coleretiche, tonicovascolari ed emostatiche. Indicato per epatopatie acute e croniche (anche tossiche ed alcoliche), steatosi epatiche (“fegato grasso”), cirrosi epatica, ipotensione arteriosa, varici ed emorroidi.
- Boldo ha proprietà epatoprotettrici, diuretiche, stomachiche, coleretiche e colagoghe.
- Rosmarinus officinalis (Rosmarino) – Gemmoderivato indicato per le dislipidemie, iperuricemia, litiasi biliare (presenza di calcoli nei dotti biliari o nella cistifellea).
- Olea europea (Olivo) – Gemmoderivato possiede proprietà ipocolesterolemizzanti, ipotensive, antiarteriosclerosi. È indicato per ipercolesterolemia, dislipidemie, ipertensione arteriosa, iperglicemia, diabete di tipo II, arteriosclerosi.
- Juniperus communis (Ginepro) – Gemmoderivato agisce su tutte le funzioni epatiche, andando a ridurre sia l’ipercolesterolemia che l’iperglicemia ed iperuricemia.
- Monascus purpureus (lievito di riso rosso) è un prodotto tradizionale cinese utilizzato da secoli come ingrediente di alcuni cibi e come rimedio medicamentoso. Si ottiene dalla fermentazione del riso ad opera di un lievito per l’appunto il Monascus purpureus dal quale sono state isolate molecole chiamate monacoline in grado di ridurre la produzione endogena dei livelli di colesterolo totale, di diminuire i valori del colesterolo LDL e la trigliceridemia.
- Policosanoli sono un gruppo di composti attivi presenti in natura nella matrice cerosa di molti semi e in diverse fonti vegetali come l’olio di germe di grano, la cera di riso, l’olio di avocado, l’alfa alfa, il bambù e la cera di mele, anche se la fonte più ricca è la cera di canna da zucchero. Numerosi studi clinici condotti sull’uomo, hanno riscontrato l’efficacia dei policosanoli nell’indurre dopo 8-12 settimane di trattamento una diminuzione del colesterolo totale e di LDL nel sangue oltre a modificare il rapporto LDL/HDL
- Omega 3 (EPA – DHA) svolgono un’importante azione antinfiammatoria, riducono la trigliceridemia, riducono la pressione sanguigna, sia nelle persone normotese (cioè con pressione sanguigna nella norma) sia in quelle affette da ipertensione arteriosa primaria, riducono i danni connessi all’iperglicemia cronica, fluidificano il sangue, riducendo la tendenza alla formazione di emboli e trombi e migliorano la circolazione sanguigna. Studi recenti hanno evidenziato i benefici dell’assunzione di questi acidi grassi essenziali sull’apparato cardiovascolare, soprattutto se provengono da una dieta equilibrata anziché da integratori.
Le principali fonti alimentari degli Omega 3 sono:
- Pesce azzurro (sardine, alici, sgombro, salmone)
- Germe di grano
- Noci
- Semi di lino
- Alghe che hanno un buon apporto di DHA (acido docosaesaenoico) ma, andrebbero consumate crude essiccate o cotte a basse temperature perché con l’alta temperatura il DHA viene facilmente degradato.
- Altra fonte utile di omega-3 sono i semi di CHIA in grado di contrastare l’infiammazione e i processi di invecchiamento.
- Resveratrolo derivato vegetale (vite, more e cacao) dotato di numerose attività biologiche. È molto utile nella prevenzione e come coadiuvante nel trattamento delle malattie dell’apparato cardiovascolare in quanto possiede attività antidislipidemica ed antiossidante. La sua assunzione determina una riduzione dei livelli di colesterolo totale ed un abbassamento dei grassi in circolo, in particolare dei livelli ematici di VLDL, le lipoproteine maggiormente coinvolte nell’insorgenza dell’aterosclerosi.
Oltre ai rimedi sopra indicati, importanza fondamentale ha anche lo stile di vita e le abitudini alimentari in grado di incidere positivamente o negativamente sui livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
Inoltre, l’attività fisica, indipendentemente dalla dieta, è in grado di aumentare la frazione di colesterolo buono senza influenzare significativamente i livelli di quello cattivo. In questo modo, il colesterolo totale tenderà ad aumentare ma, migliorando quello che deve essere l’indicatore principale, cioè il rapporto tra colesterolo totale e colesterolo buono (HDL)
Questo rapporto ci fornisce un parametro per capire l’effettivo rischio di andare incontro a gravi patologie cardiovascolari (come ad es. ictus o infarti del miocardio).
Il valore dell’indice di Rischio cardiovascolare è considerato ottimale quando risulta inferiore a 5 nell’uomo e a 4,5 nella donna.
Relativamente all’alimentazione, uno dei primi accorgimenti nutrizionali nel caso di ipertrigliceridemia, sarà quello di una drastica riduzione degli zuccheri e del carico glicemico dei pasti, in particolare di quello serale, andando a ridurre la frequenza e la quantità degli zuccheri semplici o a rapido assorbimento (zucchero, vino, dolci, frutta etc.) ed un aumento della percentuale di grassi mono- e polinsaturi (l’olio extravergine d’oliva o grassi animali non sottoposti a temperature elevate e tempi prolungati di cottura, salmone affumicato o a carpaccio, prosciutto crudo, yogurt intero etc). Infatti, in un pasto nel quale si riducono al minimo le percentuali di lipidi, si avrà automaticamente un innalzamento dell’indice glicemico e si costringerà così il fegato a trasformare gli zuccheri in eccesso in trigliceridi, immagazzinandoli nel tessuto adiposo.
Stesso ragionamento anche per l’ipercolesterolemia, per la quale è assolutamente inutile andare ad escludere drasticamente i lipidi alimentari dall’alimentazione.
Saranno consentiti infatti prodotti ittici ricchi di colesterolo come gamberi, salmone, insalata di mare, vongole, cozze, in quanto tenderanno ad inibire la produzione endogena di colesterolo da parte del fegato.
Inoltre, sarà prioritario andare a stimolare la funzione epato-biliare, con fritti e soffritti realizzati con olio extravergine d’oliva, proprio per permettere l’eliminazione del colesterolo attraverso l’intestino. Saranno altresì adatti anche alimenti ricchi di potassio ad azione miorilassante proprio per dilatare la muscolatura liscia delle vie biliari e favorire così il deflusso della bile verso il lume intestinale. In aggiunta, si dovranno consumare alimenti dotati di azione ipocolesterolemizzante come la mela verde, i frutti di bosco, le fragole, la melagrana oppure il kiwi per la sua azione di stimolo intestinale. Da segnalare infine, anche l’utilità dei legumi per i loro effetti ipotensivi ed ipocolesterolemizzanti dovuto alla presenza della lecitina, fosfolipide in grado di ridurre i livelli ematici di colesterolo e trigliceridi.
La naturopata Fabiola Savone, grazie alle conoscenze acquisite negli anni ed al costante aggiornamento su quelle che sono le metodiche terapeutiche messe a disposizione dalla naturopatia, indicherà il percorso più adatto finalizzato al raggiungimento ed al mantenimento di uno stato di salute ottimale. In particolare, la naturopata Fabiola Savone illustrerà al soggetto le abitudini alimentari da adottare ed i rimedi naturali specifici proprio per prevenire o riequilibrare una condizione di colesterolo alto e trigliceridi alti.