Ansia e stress sono due condizioni molto diffuse che interessano la sfera psico-emotiva e che, spesso, vengono sovrapposti e confusi, credendo erroneamente che siano causati dai medesimi fattori, o che siano sinonimi.
Stati ansiosi e periodi di stress intenso e prolungato possono compromettere seriamente la nostra serenità ed avere ripercussioni sulla salute dell’intero organismo, benessere mentale incluso.
É possibile ristabilire un equilibrio psicofisico con rimedi naturali? La risposta è si!! Grazie alla Naturopatia! La naturopata Fabiola Savone vi fornirà tutti gli strumenti necessari per poter contrastare l’insorgere di stati ansiosi ed alleviare lo stress grazie a diverse metodiche terapeutiche e consigli alimentari.
Ansia e stress a confronto
Ansia e stress, come accennato prima, rappresentano due stati psico-emozionali molto diffusi. Viviamo in una società sempre più frenetica nella quale è richiesto alle persone di essere multitasking, ovvero è necessario essere in grado di poter svolgere più compiti contemporaneamente. Una società sempre più competitiva, nella quale quotidianamente dobbiamo fare i conti con canoni di bellezza e stili di vita sempre più complessi e frenetici. Un eccesso di impegni quotidiani, l’insorgenza di conflitti personali e professionali, un periodo di malattia personale o che colpisce una persona vicina, la morte di una persona cara ed altre numerose cause, possono innescare una condizione di stress cronico, di allerta e tensione continua e possono sfociare in sintomi quali: irritabilità, irrequietezza, rabbia, dolori e tensioni muscolari, apnea, problemi digestivi, mancanza di energia, difficoltà di concentrazione, tachicardia, insonnia, aumento della sudorazione.
Come anticipato prima, spesso, questi 2 stati psicologici vengono confusi tra loro, pertanto è necessario fare un po’ di chiarezza.
Il termine stress sembra avere origine dal latino stringere, in particolare dal participio passato strictus, che significa stretto, angusto, serrato.
Successivamente, è stato utilizzato nella lingua inglese, all’inizio con significato di difficoltà, avversità o afflizione, in seguito con quello di forza, pressione, tensione o sforzo.
Nel 1936, il neuroendocrinologo Hans Selye, diede per primo la definizione di stress gettando le basi della PNEI (disciplina che studia le reciproche interazioni tra sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario):
«Lo stress è la risposta strategica dell’organismo nell’adattarsi a qualunque esigenza, sia fisiologica che psicologica, a cui venga sottoposto. In altre parole, è la risposta aspecifica dell’organismo a ogni richiesta effettuata su di esso».
Selye fu anche il primo a identificare due diverse tipologie di stress:
- l’EUSTRESS è lo stress “positivo”, adattivo, costruttivo; l’organismo, di fronte a uno stimolo stressorio, reagisce utilizzando le proprie risorse fisiche e psichiche. L’eustress è indispensabile alla vita e si manifesta come stimolazioni ambientali positive quali la felicità, la speranza, la progettualità. L’eustress induce la rottura di un preesistente stato di equilibrio e innesca una reazione fisiologica indispensabile per mettere in moto i processi adattativi all’ambiente.
- il DISTRESS e’ lo stress “negativo”, distruttivo, disadattivo; l’individuo, in una situazione minacciosa, non riesce a “controllare” la realtà e vive sentimenti di inadeguatezza e impotenza. Il distress, si origina da tutte quelle condizioni che generano un conflitto e non consentono di giungere ad una risoluzione. Se intenso e protratto nel tempo, influenza negativamente lo stato d’equilibrio del corpo, l’omeostasi e quindi può essere patogenetico, con abbassamento delle difese immunitarie.
L’importanza di Selye in medicina e in biologia non è stata tanto quella di aver definito lo stress come una risposta dell’organismo a vari stimoli esogeni ed endogeni e di aver descritto in modo sistematico tale risposta, quanto quella di aver inserito lo stress in una teoria generale dello sviluppo della malattia.
Come tale, esso può essere prodotto da una gamma estremamente ampia di stimoli denominati stressors (agenti stressanti) che producono essenzialmente la medesima risposta biologica.
La reazione di stress è indipendente dalla natura dello stimolo.
Gli stressors possono essere di varia origine e natura: l’esposizione al caldo, al freddo o a gradi estremi di umidità, gli sforzi muscolari o l’attività sessuale, lo shock anafilattico o le stimolazioni emozionali e tutti producono lo stesso effetto.
Selye dopo un ventennio di studi giunse alla definizione di SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO (GAS) come una reazione difensiva dell’organismo e dimostrò che essa si produceva per l’azione di una gamma assai vasta di agenti nocivi per l’organismo stesso. La Sindrome Generale di Adattamento si sviluppa attraverso tre fasi successive:
- LA FASE DI ALLARME, nella quale si manifestano essenzialmente modificazioni di carattere biochimico-ormonale; Nello stadio di allarme, l’intero organismo è impostato su uno stato di allerta dagli stimoli che potrebbero includere un pericolo. In questa prima fase, il corpo si impegna totalmente a richiamare tutte le forze e le energie per far fronte allo stressor nel migliore dei modi. La principale reazione interna è la produzione di catecolamine (adrenalina e noradrenalina) con tutta una serie di risposte da parte del nostro organismo come ad es. l’aumento della frequenza cardiaca; il corpo in questa fase, si prepara alla classica risposta “combatti o fuggi”, dominata dal nostro istinto di sopravvivenza.
- LA FASE DI RESISTENZA, è la risposta del corpo più a lungo termine, nella quale, il nostro organismo si adegua alle nuove circostanze e cerca di resistere all’elemento stressante. In questa fase, l’organismo si organizza anatomo -funzionalmente in senso stabilmente difensivo;
Durante la fase di resistenza abbiamo la sovrapproduzione di cortisolo che causa:
- in una fase iniziale, un miglioramento e scomparsa dei sintomi iniziali;
- con il perdurare dello stressor (in una situazione di uno stress prolungato), si evidenzia una diminuzione nella resistenza ad altri stimoli nocivi, con indebolimento delle difese immunitarie, arrivando fino alla loro soppressione delle stesse.
Questa «resistenza» allo stress, inizialmente non causa problemi, ma nel lungo periodo causa affaticamento, perdita della concentrazione, irritabilità o ipersonnia, fino a rendere molto più probabile l’attecchimento di molte malattie virali, batteriche e persino autoimmuni come l’artrite reumatoide o la sclerosi multipla.
- LA FASE DI ESAURIMENTO, è la fase nella quale si verifica il crollo delle difese immunitarie e l’incapacità ad adattarsi ulteriormente agli stressor con successiva comparsa di sintomi fisici, fisiologici ed emotivi. Inoltre, possono evidenziarsi patologie difficilmente reversibili.
A causa dello stress possono infatti insorgere tutta una serie di patologie quali:
- Malattie dell’apparato digerente: gastroduodenite, ulcera peptica, rettocolite ulcerosa
- Malattie cardiovascolari: ipertensione, infarto, arteriosclerosi, coronaropatie
- Malattie endocrine e metaboliche: diabete mellito, morbo di cushing, iper e ipotiroidismo
- Malattie connesse a disordini del sistema immunitario: allergie, infezioni, malattie reumatiche ed autoimmunitarie
- Altre malattie: renali, ginecologiche, cutanee, oculari e displastiche
È fondamentale, porre l’attenzione sulla componente soggettiva dell’evento stressante, ovvero che l’elemento fondamentale che determina l’entità della reazione emozionale-fisiologica è la valutazione cognitiva che l’individuo compie del suddetto evento stressante (Lazarus e Folkman -1984). In pratica, l’importanza di come l’evento stressorio viene percepito dal singolo individuo.
Infatti, il manifestarsi di uno qualsiasi dei disturbi su descritti è collegato a
tre fattori:
- intensità dello stimolo stressorio
- durata dello stimolo stressorio
- carattere e personalità del soggetto sottoposto allo stressor
Quindi, gli eventi sono stressanti nella misura in cui sono percepiti come stressanti, per cui uno stimolo produrrà o meno una reazione di stress a seconda di come viene interpretato e valutato (Lazarus, 1998).
Tuttavia, lo stress non è un’esperienza esclusivamente soggettiva, ma la sua entità è definita anche dalle caratteristiche oggettive dello stimolo.
Perciò la portata stressogena di un evento è determinata, oltre che dalla valutazione cognitiva dello stimolo compiuta dall’individuo, anche dalle caratteristiche oggettive dello stimolo, ovvero dalla qualità dell’evento (come l’impatto emozionale che produce nel soggetto) e dalla sua quantità (come, per esempio, la durata temporale e la “vicinanza” con altri eventi che costituiscono una potenziale minaccia per l’equilibrio psico-fisico dell’individuo).
L’ansia, invece, è un’emozione molto simile alla paura, ma priva di un fattore scatenante: il respiro si fa affannoso, la mente perde di lucidità, il cuore comincia a battere come un martello. L’ansia è una sensazione rivolta al futuro, è una condizione di attesa, di un pericolo non ben definito; una condizione di preoccupazione persistente, eccessiva e ci fa vivere in uno stato di tensione continua che può sfociare in un vero e proprio stato d’angoscia.
Ciò che rende più complesso distinguere le due condizioni (stress ed ansia) è l’elevata similarità dei sintomi manifestati. Anche l’ansia determina infatti insonnia, difficoltà di concentrazione, affaticamento, tensione muscolare e irritabilità, oltre a tristezza, disagio, modificazioni del carattere, disturbi a carico della sfera sessuale e sono questi, in genere, i sintomi che ci allarmano e che ci fanno ricorrere agli ansiolitici pur di scacciare via il disagio appena si manifesta.
Ma, relativamente agli ansiolitici di sintesi, bisogna sempre considerare gli effetti collaterali di tali farmaci, come la dipendenza, che si instaura anche dopo breve tempo di assunzione e l’assuefazione, che porta ad aumentare le dosi e quindi la tossicità con i problemi relativi al sovradosaggio.
Proprio per evitare tali meccanismi pericolosi di dipendenza, assuefazione e tossicità, sia in situazioni di stress che di ansia è preferibile ricorrere a rimedi naturali.
Vediamo di seguito quali sono i principali rimedi naturali per curare l’ansia e lo stress.
Combattere ansia e stress: ecco i rimedi naturali
La Naturopatia può fornirci diversi strumenti e rimedi naturali utili per allentare la tensione eccessiva, l’agitazione, il nervosismo e per gestire meglio i periodi di forte tensione anche partendo dall’adozione di strategie mirate a recuperare la calma e la serenità.
- Relativamente all’ansia, le piante che ci aiutano a rilassarci senza bastonare il nostro cervello, sono “il compendio di una Tradizione, di una Saggezza antica, che ci insegna ad avere pazienza, ad aspettare che il nostro seme fruttifichi. L’ansia sopraggiunge perché il nostro cervello non condivide i nostri ritmi, il nostro modo di vivere la vita “.
Ma vediamo nello specifico quali sono le piante ad azione ansiolitica ed i principali rimedi naturali più adatti per riequilibrare questo disturbo:
- Avena sativa indicata per sindromi ansioso-depressive, astenia psicofisica ed affaticamento, insonnia soprattutto in gravidanza.
- Crataegus oxyacantha (Biancospino), possiede proprietà spasmolitiche, ipotensive, sedative (non ipnoinducenti) che si estende all’apparato cardiocircolatorio, bradicardizzante. È adatto ai soggetti ansiosi ed agitati che faticano ad addormentarsi.
- Eschscholtzia californica esercita un’azione sedativa, ansiolitica, ipnoinducente (utile nell’insonnia con difficoltà di addormentamento), bradicardizzante.
- Litio oligoelemento, utilizzato nell’emotività accentuata, nella tendenza depressiva, nell’ansia e nell’insonnia. Indicato per sindromi ansioso-depressive, spasmofilia e fibromialgie (associato al Magnesio), manifestazioni dolorose muscolari associate ad ansia e depressione, condizioni di stress, alterazioni dell’umore, dell’affettività e del comportamento con crisi ansioso-depressive.
- Melissa officinalis esplica un’azione sedativa generale, spasmolitica, tranquillante, regolatrice del ritmo cardiaco, antiemetica (capace di prevenire o reprimere il vomito) ed eupeptica. Efficace per gli stati d’ansia con somatizzazioni viscerali e a livello cardiaco, spasmi gastrointestinali, ipereccitabilità e nervosismo.
- Passiflora incarnata, ha un effetto sedativo negli stati d’ansia, nell’ipereccitabilità nervosa, nell’insonnia e nelle palpitazioni.
- Withania Somnifera dotata di un’interessante attività ansiolitica ed antidepressiva, in grado di stabilizzare l’umore.
- Il magnesio è tra i minerali più abbondanti nel corpo e nei fluidi intracellulari, ha un’azione essenziale in più di 300 reazioni cellulari. Importante per la sua azione miorilassante che ne suggerisce l’uso in varie condizioni di dolore muscolare.
Inoltre, possiede proprietà antidepressive e ansiolitiche, la forma glicinata associa al magnesio anche le proprietà “calmanti” della glicina. Indicato nell’ Iperemotività, ansia, tremori, ipereccitabilità.
- Tilia tomentosa (Tiglio) ha proprietà sedative a livello generale, ansiolitiche e spasmolitiche. È indicato nell’ansia, nell’insonnia, nelle palpitazioni e nell’ipertensione arteriosa da stress.
- Valeriana officinalis esercita un’azione sedativa e ipnoinducente (riduce il tempo necessario per addormentarsi e migliora la qualità del sonno nelle prime ore della notte), ansiolitica, anticonvulsivante. Le sperimentazioni hanno rilevato che la Valeriana ha un’azione simile a quella delle benzodiazepine e dei barbiturici nell’induzione del sonno, senza provocare sonnolenza al risveglio, come invece fanno alcune molecole di sintesi ad azione più prolungata.
2. Per far fronte allo stress mentale ed emotivo, la natura ci ha fornito diverse piante officinali definite adattogene, in grado di aumentare, in modo aspecifico, la resistenza e la capacità di adattamento dell’organismo agli agenti stressanti e alle condizioni sfavorevoli di qualunque origine. Le piante di seguito riportate, vanno a migliorare il rendimento fisico e mentale dell’individuo stressato:
- Avena sativa indicata nel surmenage fisico, psichico ed intellettivo.
- Damiana agisce da tonico-stimolante generale, come antidepressivo, ed è in grado di migliorare il tono dell’umore.
- Eleuterococcus senticosus (Eleuterococco) o ginseng siberiano, indicato per l’esposizione prolungata ad agenti stressanti, astenia psico-fisica, surmenage fisico, psichico ed intellettivo, convalescenza, difficoltà di memoria e concentrazione, ipotensione arteriosa, diminuzione della capacità lavorativa e sportiva.
- Maca o Ginseng peruviano è un tonico, anti-fatica, afrodisiaco, immunostimolante e rivitalizzante.
- Panax ginseng indicato per astenia psico-fisica, affaticamento, stress, difficoltà di concentrazione e memoria, diminuzione della capacità lavorativa e sportiva (per ottenere una resa ottimale e ridurre la fatica), ipotensione arteriosa, deficienze immunitarie, convalescenze.
- Rhodiola rosea risulta essere di beneficio se assunta prima di uno stress acuto. È un adattogeno di scelta in caso di rischio cardiovascolare. Inoltre, è indicato per depressione lieve, fame nervosa, astenia (con diminuzione della performance al lavoro, disturbi del sonno, poco appetito, irritabilità, ipertensione, mal di testa e affaticamento) indotta da sovraccarico di lavoro o studio.
Inoltre, la Floriterapia ed i Fiori di Bach, rappresentano un rimedio naturale molto efficace, in quanto in grado di riequilibrare stati d’animo negativi e sostenere il soggetto ansioso e/o in una condizione di stress psicofisico, a ristabilire una condizione di benessere ottimale e sistemico. I Fiori di Bach vanno inoltre a sostenere a livello energetico e vibrazionale di altre terapie naturali finalizzate alla cura e alla risoluzione di svariate tipologie di disturbi.
Oltre ai rimedi su indicati, è necessario adottare uno stile di vita sano, con delle salutari abitudini quotidiane. E’ opportuno un trattamento nutrizionale mirato sia a sostenere l’individuo (stressato e/o ansioso) dal punto di vista energetico (con un adeguato apporto di carboidrati complessi a lento rilascio, proteine, vitamine, minerali ed antiossidanti), sia a fornire alimenti neuro-sedativi che facilitano il rilassamento ed il riposo notturno.
In particolare, in condizioni di stress acuto ed ansia, dovranno essere evitate le sostanze nervine come la caffeina, la teina o teobromina, i prodotti ittici ricchi di iodio e fosforo, oppure le verdure neuro-eccitanti come da es. il sedano o la melanzana.
Inoltre, proprio per gestire al meglio i periodi di stress, forte tensione ed ansia, le seguenti abitudini quotidiane risultano essere molto efficaci:
- Praticare una regolare attività motoria, meglio se all’aperto in mezzo al verde e non nelle ore serali.
- Dedicare il giusto tempo al riposo notturno ed al recupero delle energie, dormendo almeno 8 ore durante la notte. Fondamentale, infatti, è rispettare il ciclo sonno-veglia.
- Ritagliarsi dei momenti durante la giornata da dedicare ai propri hobbies o alle attività che ci rendono sereni e che ci aiutano nel rilassamento.
- Organizzarsi la giornata in modo tale da dedicare il giusto tempo ai 3 pasti più importanti della giornata (colazione, pranzo e cena).
La naturopata Fabiola Savone individuerà la metodica terapeutica più adatta alle vostre esigenze. Una volta identificata la causa dello stress e dell’ansia la naturopata Fabiola Savone vi indicherà i rimedi naturali in grado di alleviare e/o eliminare tali disturbi e che vi consentiranno di tornare a trascorre le vostre giornate in totale serenità.